giovedì 29 marzo 2012

Il territorio di Castelsaraceno protagonista di “Cascade”


CASTELSARACENO - L’acronimo è cascade “Cascade” (Catastrophic Shifts in drylands: how can we prevent ecosystem Degradation) ed è un progetto finanziato dall'Unione europea con 6 milioni di euro, che analizzerà gli ecosistemi mediterranei e ricercherà le migliori soluzioni per il contrasto alla desertificazione del territorio. Lo studio sul territorio lucano sarà curato da Giovanni Quaranta per l'Unibas che con il suo team si occupa da vent'anni delle tematiche di salvaguardia del territorio e avrà come scenario il paese di Castelsaraceno. Il progetto sarà presentato, ai ricercatori e alla stampa questo pomeriggio alle 17.30 presso l'auditorium del Comune, in via Dei Mille. Interverranno assieme al responsabile scientifico, Quaranta, l'assessore regionale alle Attività produttive, Marcello Pittella, il vicepresidente della Provincia di Potenza con delega all'Ambiente, Massimo Macchia, il sindaco di Castelsaraceno, Domenico Muscolino, e il dirigente della Struttura operativa Val d'Agri, Francesco Pesce. Lo studio inserito nel Settimo programma quadro dell'Unione europea, vede la collaborazione di numerosi partners, tracui l'Università degliStudi della Basilicata,e varie università e centri di ricerca di Grecia, Spagna, Francia, Olanda, Portogallo, Gran Bretagna, Svizzera e Cipro. La ricerca si incentra particolarmente su una migliore comprensione dell'evoluzione e modificazione degli ecosistemi, analizzando i fattori che possono portare a gravi perdite di biodiversità e deterioramento del territorio. Il focus di Cascade è
quello di analizzare e definire misure volte alla prevenzione di tali cambiamenti, prima che arrivino in una fase irreversibile, indagando l'evoluzione storica di alcune tipologie di ecosistemi in sei aree studio nel Mediterraneo. Castelsaraceno con pascoli e foreste, essendo una zona ponte tra due parchi naturali nazionali diventa un buon rappresentante delle più importanti caratteristiche ambientali e socio-economiche della montagna lucana.
Fonte: Il Quotidiano della Basilicata 29.03.2012

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