lunedì 17 gennaio 2011
Scommettitori lucani in balìa degli usurai
POTENZA - Disoccupazione, cassa integrazione, mobilità. Mutui che non si riescono a pagare, prestiti da restituire. Non è solo questo l’ambito che «alimenta» il fenomeno dell’usura. La crescente propensione a giocare, a scommettere, a tentare la fortuna con lotterie, gratta e vinci, superenalotto e dintorni sta spingendo intere famiglie sull’orlo del baratro, spesso costringendo i «malati del gioco» a ricorrere allo «strozzinaggio». È un problema nel problema su cui focalizza l’attenzione anche «Sos Impresa Basilicata» (associazione costituita da Confesercenti nel mese di ottobre scorso). Nel segnalare la delusione per il mancato incremento del fondo regionale antiusura destinato a fondazioni e associazioni che si occupano degli usurati, il presidente di «Sos Impresa Basilicata», Salvatore Groia, snocciola dati che confermano la gravità della situazione. Oggi, in Basilicata, l'usura ha un giro d'affari di 270 milioni di euro (su 20 miliardi di euro complessivi calcolati nel Paese). Il fenomeno ha coinvolto negli ultimi due anni ben 3mila commercianti lucani, pari al 18,7% degli operatori economici attivi, a cui è stato applicato un tasso d'interesse sui prestiti in media pari al 10% mensile, mentre secondo i dati ufficiali del Ministero dell’Interno, fermi al 2009, sono stati 184 in Basilicata (131 in provincia di Potenza e 53 in quella di Matera), gli episodi relativi al racket estorsioni- usura con 80 incendi dolosi, 56 denunce e 48 danneggiamenti e 2 sequestri per usura. Tra gli aspetti nuovi dell’usura, come dicevamo, sta assumendo i contorni di una vera e propria emergenza l’incremento degli scommettitori (clandestini e non) e l’uso diffuso delle «macchinette mangiasoldi»: secondo le stime di Agicos (rielaborate da Sos Impresa Basilicata), la spesa media dei lucani per giochi-scommesse è intorno a 500 euro pro-capite l’anno per un ammontare complessivo di almeno 3 milioni di euro, a cui occorre aggiungere il «giro clandestino» per almeno un altro milione di euro. Oltre al superenalotto, la spesa maggiore dei giocatori lucani da tempo si sta concentrando sui «Gratta e vinci» che ormai coinvolgono nella «febbre di vincita» anche massaie e pensionati. «Ci preoccupa molto – dice Groia – sempre secondo le statistiche dell’Agenzia Nazionale che si occupa del gioco cosiddetto legale, l’incre - mento di giocate e giocatori nella nostra regione, nel giro di un anno, sino al 20% in più, non a caso accompagnato dall’apertura di nuove filiali di società che si occupano di scommesse (in particolare per le partite di calcio). Da questa situazione si è andato modificando anche in Basilicata la figura dell’usuraio attraverso – sottolinea il presidente di Sos Impresa Basilicata – una versione più evoluta dei «cravattari» di una volta. Accade dunque che i cosiddetti prestiti già da qualche tempo sono concessi per finanziare le giocate, fenomeno che coinvolge direttamente operatori economici, commercianti, piccoli imprenditori con l’illusione di poter superare le difficoltà finanziarie dell’attività della propria azienda» (Massimo Brancati - Gazzetta del Mezzogiorno)
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