Castelsaraceno

Scorci del Centro storico
Centro storico
Castelsaraceno è un comune di 1.516 abitanti in provincia di Potenza. Sorge a 960 m s.l.m. nella parte sud-occidentale della provincia. Ha una altimetria che va da un minimo di 702 m (Acqua di San Giovanni) ad un massimo di 1900 m (cima del monte Alpi). L'orizzonte di Castelsaraceno si allarga solo a nord-est verso un'ampia ed irregolare vallata; è limitato ad est da una linea orizzontale di serre, da cui emergono il Tuppetto ed il monte Asprella; a sud dal monte Alpi; poco più lontano dal monte Armizzone, seguito dall'Armizzoncello; verso ovest da Pietra Marina e da Castelveglio; a nord dal massiccio del Raparo, che protegge in parte il paese dai venti boreali. L'antico centro abitato è abbarbicato ad uno sperone roccioso "La Tempa", un'appendice del poggio Castelveglio (1152 m). La sua posizione rivela, con molte probabilità, l'esistenza di uno stanziamento saraceno; difatti si trova tra la convessità del torrente Racanello, dominata a nord dalla scoscesa balza del Monticello, ed il suo confluente di destra, torrente "Uaddone". Le abitazioni, strette l'una all'altra, sono appoggiate sulla roccia degradante e fanno un tutt'uno con essa. I segni della struttura urbana medievale sono evidenti solo nelle vie ripide e tortuose, nei vicoli ciechi, nei cosiddetti "supporti", nell'antico rudere chiamato Il Campanaro e nella toponomastica Vocca a porta, che lascia supporre l'esistenza di una porta d'ingresso alla fortezza. Confina a nord-est con San Chirico Raparo (10 km), a est con Carbone (19 km), a sud con Latronico (26 km), a sud-ovest con Lauria(33 km), a nord-ovest con Moliterno (25 km) e con Sarconi (19 km), a nord con Spinoso (24 km). Dista 105 km da Potenza e 114 km dall'altra provincia lucana di Matera. Edificato nel 1031 dai Saraceni presso l'antica Planura come vedetta, fu distrutto tredici anni dopo da un terremoto. Dopo essere stato abbandonato dai Normanni, passò sotto il dominio dei Mango di San Chirico, che lo donarono nel 1086 agli Abati dell'Abbazia di San Michele Arcangelo. Nel XV secolo passò ai Carafa, subendo angherie e soprusi. In seguito fu dominio dei Sanseverino. Seguì le sorti di numerosi feudi finendo ai baroni Picinni Leopardi, signori del luogo. Tra le opere architettoniche degne di nota, meritano uno spazio particolare: il Palazzo baronale del XV secolo; la chiesa di Santo Spirito del XVI-XVII secolo, che conserva un trittico del pittore D'Amato appartenente alla Scuola Napoletana di Raffaello e un polittico su tela raffigurante San Leonardo del pittore Ippolito Borghese, la chiesa di San Rocco, la chiesa di Santa Maria degli Angeli e il convento dei cappuccini in cui si conserva un artistico Cristo. Per finire, fuori dal paese, in località Mancusi sono i ruderi di un antico mulino ad acqua.
Capolevata
Monte Alpi

Cima del Monte Alpi vista dal Monte Raparo

Monte Alpi



Castrum Saracenum

Chiosco Bosco Favino

Monte Raparo

Centro abitato di Castelsaraceno

Centro abitato di Castelsaraceno

Castelsaraceno dal Monte Falapato

Scorsi del Centro storico

Piano dei campi

Monte Armizzone